Di tendenza

tendenze in giardino
“Di tendenza” è un termine che mi è sempre piaciuto. Evoca la novità, la direzione, la possibilità, anche il percorso o sentiero. Però non è detto che lo seguirò, perché tutto sommato cercare e trovare percorsi alternativi mi piace anche di più.
pennisetum orientale
pennisetum orientale
Mi spiego meglio: ora è il momento delle graminacee, la tendenza è quella di utilizzarle in compagnia di echinacee o verbene o settembrine. Ora lo fanno TUTTI. Poco fa era il momento delle ghiaie colorate e TUTTI volevano un po’ di ghiaia qua e là in giardino. Alcuni anni fa TUTTI noi giardinieri abbiamo vissuto l’innamoramento delle macchie di aceri giapponesi con tante acidofile al seguito (che nostalgia). Prima ancora era normale vedere, quasi sempre all’entrata del giardino, uno o più esemplari di Araucaria con il solito impeccabile pratino ben rasato (invece di quel periodo ricordo solo la fatica), e TUTTI li copiavano. Scavando nelle ere si può arrivare ai periodi d’oro del bordo misto, oppure alla fase romantico rinascimentale ecc ecc. Periodi, fasi, mode se vogliamo….che hanno avuto un preambolo in qualcuno (giardinieri o progettisti) o qualcosa (riviste o libri) che hanno detto o parlato o scritto, facendo “tendenza”.
fashion
fashion
Previsioni che talvolta sono diventate veri e propri stili, da cui tuttora attingiamo per fare e rimescolare giardini, di questo ne dobbiamo, noi giardinieri, dare atto. Ora però veniamo alla tendenza che non seguirò, non per snobbismo, non per alterigia, ne per eccesso di vanità, ma semplicemente perché quando la “tendenza” diventa “moda” mi ha già stufato.
alla ricerca di un sentiero
alla ricerca di un sentiero
Se posso, e quando posso, ascolto volentieri la tendenza e la persona che la porta: paesaggista, filosofo, architetto, visionario, artista, o giardiniere che sia. Ma se poi la “visione” diventa frequente e mi viene richiesta con insistenza vorrà dire che è entrata abbastanza nella mente di tutti, facendo piazza pulita della fantasia propria e anche della mia. A quel punto ho il rigetto, e vado a nascondermi in una macchia di bambù o su in montagna, cercando le parole giuste per descrivere la mia situazione, cercando negli anfratti del cervello e della fantasia un mio sentiero, perché per fortuna i sentieri sono infiniti.