Iperborea.

Se posso, vorrei recensire… lo può fare un giardiniere? a già, sono a casa mia…e dai che recensisco:

Uhm…di “Iperborea” devono essere in molti ad apprezzarne il “taglio”, cioè la forma dei suoi libri: stretta e allungata. Questo a giudicare l’affollamento nel loro stand all’ultima edizione della Fiera del Libro di Torino. Io comunque adoro questi libri venuti dal freddo (quasi tutte traduzioni dalla narrativa nordica: Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca), nonostante debba ammettere non sia il massimo della comodità a maneggiare e sfogliarli, ma…non sarà anche questo un motivo del loro successo ?

Si però, cosa c’entra Iperborea con il giardino, le piante e i fiore, direte voi. Intanto i libri c’entrano sempre sia che trattino l’argomento specifico sia che parlino d’altro: leggendo arrivano le ispirazioni, le ispirazioni stimolano la creatività, e la creatività è la base del mestiere per un giardiniere….e poi godo come un riccio a leggere queste ambientazioni nordiche. Oppure sarà il ritmo innovativo della narrativa di lassù; ma chi lo ha detto che al nord sono freddi ? io li trovo caldi come e più dei siciliani.

Per esempio questo “Che ne è stato di Buzz Aldrin” di Johan Harstad (Aldrin: ve lo ricordate il secondo uomo sulla luna?….si proprio lui quello che nessuno ricorda…) io l’ho trovato gustosissimo come un cannolo allo zabaione, fresco come un’anguria matura e zuccherina di Latina, nutriente come una spigola ligure ai capperi e olive…. Nello specifico, il protagonista ovviamente è un giardiniere che però vorrebbe scomparire più che apparire, essere anonimo e invisibile nel mondo in cui vive ed invece suo malgrado sta sempre al centro dell’attenzione. Belli i suoi fiordi dove l’erba è tanta da sembrare la continuazione dell’oceano, belle le sue piogge apri e chiudi della Norvegia più umidiccia e fredda dove però il calore umano traspare e scalda, insomma vien voglia di partire.

Ma già che c’ero ho spiluccato tra i tavoli iperborei della Gran Fiera, rimediando un altro volumetto altrettanto vivace, “da giardinieri”: “Genius Loci” di Hella Haasse. Due brevi racconti, due donne arrivate a scoprire e scoprirsi grazie alla sensibilità maturata nei loro giardini, luoghi che così svelano l’anima del luogo (il Genius Loci appunto) ma anche i propri territori sconosciuti della mente e dell’anima. Racconti raffinati per palati fini e per chi nel giardino vi cerca se stesso, così assiduamente da ritrovarvi anche i misteri e segreti del luogo medesimo.

Ai prossimi libri da biblioteca del giardiniere… che osa dove altri tirano dritto.
Maurizio Zarpellon

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