L’inverno del giardiniere. 2^ parte

  • Cataloghi “vendita per corrispondenza”. Con questa definizione intendo tutti i cataloghi che puntualmente ci ritroviamo nella cassetta delle lettere. Non faccio nomi, ma si tratta di conosciutissimi olandesi, francesi e anche italiani, che vendono per corrispondenza da innumerevoli lustri. Seguono un po’ le mode e spesso propongono le piante in veste spettacolare, cioè mostrandone una esagerata fioritura (spesso ritoccata virtualmente) una crescita miracolosa e una produzione di frutti da Eden dell’ortolano. Presentano quasi sempre una lista con un contenuto di semi nelle buste fisso (in gr o a numero), talvolta pure in ottime offerte, anche per quanto riguarda i bulbi. Non sono mai, tranne rari casi, cataloghi con una scelta troppo vasta, ma sommano semi di annuali ad erbacee perenni , arbusti da fiore e rampicanti, rose, bulbi e piante da appartamento. Si tratta di veri e propri vivai postali, ma a differenza di questi il prodotto è solo visibile in foto.
  • Garden & agri-shop. Quando sono ben forniti non si vorrebbe mai uscire. Alcuni propongono scaffali lunghissimi di semi e bulbi, addirittura molto ben illuminati, così da permettere una scelta agevole anche per chi manca di diottrie. Sono generalmente suddivisi per categorie e marche e, in rarissimi casi, presentano anche una scelta di semi e bulbi veramente introvabili (inglesi e americani soprattutto). Passarci le mezz’ore è tutt’altro che raro, si scorrono con attenzione le specie e poi ci si accorge che la tal varietà è meglio di un’altra, si confrontano con le nostre ambizioni trascritte su stropicciati foglietti e si esclama: “…ah! Ma questa mi manca…questa non c’era su quel libro francese…questa zia Alberta non me l’ha detta…”. Il risultato è che la spesa inevitabilmente sale e lo scomparto semi del frigo o la cassetta di latta in garage scoppia. Direi che la passione per il giardino è direttamente proporzionale al numero di semi immagazzinati. Praticamente è impossibile rimanere razionali e programmati di fronte a tanto ben di Dio…meglio così, ogni busta di semi è per il giardiniere un piccolo tesoro, difficile spiegare il contrario. Anzi, prima di andare alla cassa, passiamo per il “cesto delle occasioni”, si tratta di un grosso vimini che generalmente viene abbandonato all’ombra di qualche nobile scaffale colmo di vecchie bustine. Qui troveremo i Delphinium dimenticati, la viola troppo viola, il Physalis da mangiare, la primula da annusare e l’erba del gatto da falciare: tutto a metà prezzo, tutto dell’anno prima e magari più in là.
  • Associazioni scambio semi. Potrebbero a ragione rappresentare il punto d’arrivo di ogni giardiniere appassionato. Al momento dell’iscrizione si prova una strana sensazione, la consapevolezza di essere entrati in una miniera, dove tutto è da scoprire, nuovo e amico. L’inverno è il momento ideale per iscriversi, bisogna prima trovare l’associazione giusta, quella che potrebbe soddisfare le proprie esigenze. Con una idea su tutte però, nelle associazioni il dare-avere è una legge, talvolta scritta e comunque necessaria. In pratica: nelle liste che periodicamente giungono all’iscritto vi sono i semi messi a disposizione dagli altri soci e in cambio di alcune specie per il nostro giardino si dovrà corrispondere una eguale quantità di semi provenienti dalla nostra collezione. Un modo pratico per favorire la biodiversità, la conoscenza e più in generale l’amicizia. Le associazioni purtroppo non sono molte, almeno in Italia, ma sembrano crescere e alcune sono piuttosto specializzate: piante succulente, orchidee, bonsai, orticole, mediterranee, alpine ecc. Spesso sono presenti nelle manifestazioni settoriali che contano, nelle fiere e nei saloni, dove l’iscrizione è d’obbligo, alcune sono presenti su Internet, altre le possiamo scovare tra le pagine della rivista. Oltre allo scambio di semi, bulbi e piante, svolgono anche un’azione culturale di rilievo con pubblicazioni, proiezioni, visite agli orti botanici e ai giardini privati, conferenze, e periodici ritrovi nelle sedi sociali.

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