Perenni tappezzanti o coprisuolo…?

La definizione è controversa, sono molti i giardinieri, anche professionisti che utilizzano un termine piuttosto che l’altro. Tappezzare sarebbe meglio indicato al mondo della decorazione murale, dove rotoli di carta più o meno pregiata finisce incollata con le maledizioni di chi un giorno dovrà toglierla. Tappezzante è comunque usato e abusato e dovrebbe indicare anche un insieme di piante utili a coprire il terreno con vigoria, facendo risparmiare tempo soprattutto al professionista che poi terrà la manutenzione del giardino. Coprire il terreno appunto è il mestiere che talune piante sanno fare benissimo, quindi sarebbe più indicato definirle “copri suolo”. D’altronde in quasi tutti i cataloghi francesi e anglosassoni le piante che coprono vengono indicate come “groundcovers”, quindi coprisuolo mi sembra il termine più adatto. L’elenco delle piante coprisuolo è lunghissimo e va dalle semplici e conosciute erbacee perenni come la Pachysandra terminalis o l’Hypericum calycinum alle più ricercate Cornus canadensis, strisciante e rizomatosa, dalle intriganti infiorescenze a 4-6 brattee, oppure  la Gaultheria procumbens, bellissima sempreverde dall’aspetto di piccolo arbusto che produce una profusione di bacche rosse invernali. La prima indicazione sull’uso delle coprisuolo è proprio sulla loro diffusione, nel senso di reperibilità. Quando si tratta di ricoprire una vasta superficie di terreno soleggiato, inframmezzato di arbusti o alberelli viene spontaneo raccomandare le varietà di Hypericum, non solo per la rusticità ma anche per il fatto che il suo costo è inferiore a quello delle altre perenni e lo si trova praticamente in ogni garden center e in ogni vivaio anche poco fornito. Stesso discorso vale per la Pachysandra terminalis, ma questa meglio utilizzabile nella mezz’ombra o anche in piena ombra. Molto diffuse sono anche tutte le edere, che oltre a salire sui muri possono in alcune varietà fornire un’ottima copertura del suolo, in posizioni ombrose e mediamente umide, soprattutto l’Hedera helix hibernica, dal bel fogliame lucido e verde scuro. Comunissima è anche la Vinca minor e major, reperibili ormai nelle colorazioni blu, lilla, bianca, porpora e gialla, addirittura con interessanti variegature fogliari bianche e gialle, così come la Waldsteinia ternata e geoides, adattabili ad ogni situazione di luce e terreno e dai numerosissimi fiorellini gialli. Quando invece desideriamo qualcosa di ricercato e meno comune si può indagare nei vivai più specializzati in perenni e piante da collezione dove sono reperibili, ma non sempre in buone quantità, alcune piante di sicuro effetto come il Cornus canadensis o le molte varietà di Oxalis. Del primo abbiamo già detto ma della seconda si potrebbe raccontare molto. Non tutti la considerano una vera coprisuolo, ma l’esperienza dice che nelle situazioni favorevoli, cioè in pieno sole (mezz’ombra per O. acetosella) e con substrato fertile e fresco, il suo sviluppo non desta dubbi. Molte varietà sono infatti rizomatose e striscianti, producendo bulbini minuti ma numerosissimi che in un paio di stagioni coprono lo spazio attribuitogli. Il fogliame assomiglia a quello del comune trifoglio ma i fiori sono numerosi e in molti colori, dal bianco puro di O. enneaphylla all’arancio aragosta dell’O. tetraphylla “Iron Cross”, per passare a tutte le sfumature di rosa delle Oxalis obtusa, depressa, tetraphylla e adenophylla. Un’altra coprisuolo poco usata è la Veronica prostrata nelle varietà “Blue Sheen” e “Trehane”. Sono vere e proprie veroniche in miniatura che si allargano sul terreno con una buona velocità, donando una fioritura blu-azzurra e blu-genziana all’inizio dell’estate, veramente strepitosa, anche se di breve durata. Ugualmente rustica e sempreverde ma dai fiori ancora più blu scuri è la Veronica austriaca subsp. Teucrium, che non cresce più di 25 cm di altezza e ogni pianta si espande fino al diametro di 50 cm.

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