Sono molti i collezionisti di erbacee alpine da roccia, lo dimostrano le fiere di giardinaggio in cui sono ospiti fissi i vivai specializzati in questo settore. Si tratta spesso di piante che mal sopportano l’umidità essendo originarie di luoghi dove l’altitudine, l’insolazione, il vento e il freddo creano disidratazione. Quindi si tratta di piante dotate di una morfologia adatta a resistere questi estremi e il clima umido della pianura padana mal si concilia con le loro esigenze. Il periodo invernale è il momento più delicato per loro. Il freddo accompagnato da molta umidità (nebbia, pioggia) crea un mix favorevole all’insorgere di marciumi (per es. Botrytis) spesso letali; a contribuire non mancano di solito le foglie che in questa stagione cadono abbondanti e formano strati umidi. Per gli esemplari più delicati e preziosi si possono approntare delle semplici protezioni costituite da lastre di vetro sostenute da telai in legno o supporti in filo di ferro sagomato. Saxifraga, Androsace, Draba, Lewisia, Dionysia, Raoulia ecc, sono alcuni dei generi più delicati ma anche quelli che possono dare più soddisfazioni. Certo è che descriverle come piante delicate sembra una contraddizione visti gli ambienti estremi da cui derivano.
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